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Patrizia Saccà, tra sport e yoga sulla via del benessere. L'intervista

Patrizia Saccà, tra sport e yoga sulla via del benessere. L'intervista

Patrizia Saccà, campionessa paralimpica e insegnante di yoga e di vita, è la terza autrice di 'Un Tris di Cuori'

Martedi, 14/01/2020 - Patrizia Saccà, campionessa paralimpica e insegnante di yoga e di vita, è la terza autrice di 'Un Tris di Cuori', il libro edito da Il Rio scitto insieme a Sara Rubatto e Paolo Fresi che ci condurrà attraverso le sue parole, sulla via del benessere.

Nel cuore risiedono le ansie dell'uomo e l'amore ma il cuore è il motore del nostro corpo e delle nostre azioni. Sei d'accordo?
Credo che le ansie non arrivino dal cuore ma dalla mente come mi insegna lo yoga.
Il cuore è sempre quieto se lo si ascolta dal cuore; è sempre la mente che inquina è solo lei che parla e proietta. Ogni volta mi sono mossa con il cuore non ho mai preso un abbaglio. IL CUORE SA SEMPRE, solo che molte volte si ascolta la mente, confondendola con il cuore.
Mooji un grande maestro spirituale ci dice: "sappiate che il vero Cuore e la mente illuminata sono uno, l'amore è il profumo dell'essenza". Penso che quando ami lo senti perché il tuo cuore vibra di gioia, te ne accorgi quando sei in estasi davanti ad un cielo ricco di nuvole da leggere o un tramonto o l'aurora boreale o negli occhi di un neonato, l'amore è dove non c'è attaccamento, e quando non c'è attaccamento e senti PER DAVVERO le farfalle nella pancia e sei felice senza motivo, sei felice e basta, quello secondo me è l'amore!

Il vero limite è sopravvivere?
La sopravvivenza può sembrare terribile se lo fai con tutto ciò che possiedi e non ne sei consapevole e vivi stagnante...
Se invece sei in India e sei in un campo e mangi solo piccole banane, quella sopravvivenza è meravigliosa!
Tutto dipende da dove si è e come si guardano le cose, il mio motto è guardare oltre... quindi sì alla sopravvivenza se devo morire di fame, no alla sopravvivenza se mi cibo come un parassita di vittimismo e vivo stagnante.

Il destino o fato, è spietato a volte e devastante, però dal dolore si può ripartire per rinascere. Quanto e in che modo la scrittura può essere terapeutica?
Il dolore è certamente il nemico finché non lo comprendi e accetti, poi diventa il tuo insegnante ed anche la scrittura lo è! Scrivo da quando ero bambina dalla terza elementare, con diario e lucchetto degli anni '70-'80 quaderni a righe, a quadretti, senza righe, moleskine fino al tablet. Vagonate di scritti, adoro scrivere, poi amo il profumo della carta, la scrittura, guardare la grafia... ho scritto per molto tempo anche con la penna stilografica, affinché fosse quasi una meditazione, aiuta ad essere analitici, a leggersi dentro in solitudine e infine a darsi agli altri, per dire si può!
Ci vuole coraggio a farlo per davvero!
Per me è stato sempre terapeutico, da puerili poesie a racconti, a puro diario giornaliero o dei viaggi che ho fatto. Qualcosa che rimane un po' come la fotografia ma ha un altro sapore. E' arte la scrittura!!!
Che meraviglia!!! ci sono i talenti, gli scrittori che ti incantano, che non smetti di leggere o non vedi l'ora di riaprire quel testo... Quando gareggiavo scrivevo sui match importanti: le mie insicurezze, le strategie usate e non usate, mi è servito tanto, lo insegno anche ai miei allievi. Perché quando poi incontri di nuovo l'avversaria, parti da qualcosa di conosciuto di te e di lei, nel caso di una gara. Insomma scrivere è amore!

A chi dedichi il vostro libro?
Il nostro è un libro che parla di vita vera, siamo come una matrioska uno dentro l'altro con forme diverse, per trasmettere la bellezza ed anche raccontarsi senza paure, la paura è il contrario dell'amore il nostro libro vuole essere proprio tre cuori. I miei tre cuori sono il mio amato zio Luigi che per me è stato mio papà, Federico mio giovane amico e Roberto mio meraviglioso ex marito che anche se ex, rimarrà sempre la mia anima gemella... e poi a tutti quelli che come me, guardano oltre il possibile, come noi Tris di Cuori Paolo e Sara

Ci sono altri progetti che mi vedranno di nuovo insieme, uno spettacolo tratto dal libro?
Magari, uno spettacolo wow!
Cuoricina-Sara (come la chiamo io) un po' scherzando un po' no, parlava di un film. Perché no? sì certo... solo se il regista è Almodovar o Özpetek le ho risposto, perché loro parlano di vita vera... e quindi dissi "chiami tu Paolo? "
A parte le battute, abbiamo in mente di farne un audio-libro in modo che possa essere letto da persone cieche o ipovedenti.
Poi, in questi ultimi anni ascoltare i libri è diventato più abituale rispetto ad un tempo, nei lunghi viaggi in macchina, a casa ed anche in una degenza in Ospedale può essere simpatico. Ultimamente piace, Per cui sì, oltre alle presentazioni che abbiamo in giro, ecc. ecc... questo è certamente il prossimo nostro obiettivo. Ho suggerito di leggere ad ognuno di noi la nostra parte, vita vera voce vera

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